La Storia
La Società Sportiva Dilettantistica Jesina Calcio S.r.l. (meglio conosciuta come Jesina) è una squadra calcistica di Jesi in provincia di Ancona, Italia.
I colori sociali sono il rosso ed il blu (anche se da qualche anno oramai vengono nominati i bianco-rossi per l'uso prolungato dell'alternativa bianco rossa), mentre lo stemma, come quello della città, reca un leone rampante.
Nella stagione 2020-2021 milita nel girone marchigiano del campionato di Eccellenza retrocessa d'ufficio post Covid19.
Origini e dopoguerra
L'Unione Sportiva Jesina nasce il 15 marzo 1927 dalla fusione di due società già presenti in città quali
la Juventus Aesina e la S.S. Mazzini Jesi, e nei primi anni partecipa ai campionati regionali. La prima
gara amichevole, giocata contro il Loreto, termina per 2-2. La prima partita ufficiale viene giocata contro
il Fano in Terza Divisione, partita terminata in parità per 6-6. Nel dicembre del 1930 il club cambia nome
e diventa Associazione Sportiva Jesi; il 1932 rappresenta una data storica per la giovane società jesina:
l'attuale campo di terra dell'antistadio viene sostituito dal nuovo impianto comunale che sorge in via
Cavallotti. La capienza è di 1000 persone grazie alle 2 tribune presenti. Nel 1933-1934 partecipa alla
Prima Divisione (la terza divisione di allora) e quando viene istituito il campionato di Serie C gli jesini
vengono ammessi a parteciparvi; qui affrontano avversari come Taranto, Pescara, Venezia, Vicenza,
Udinese, Padova, Rimini, Treviso e Mantova. La squadra composta da giocatori locali si fa rispettare e
disputa ottimi campionati. Nella stagione 1939-1940 la società entra in crisi e nei due anni successivi il
calcio cittadino è inattivo anche a causa della seconda guerra mondiale.
Nel 1945-1946 riprende le attività agonistiche con il nome di Società Sportiva Jesina e si piazza bene nel girone di 1ª Divisione Marche, potendo partecipare alla Serie C dell'anno successivo. Fino alla stagione 1959-1960 la squadra partecipa tra alti e bassi ai campionati di Serie C, IV Serie e Promozione Regionale; in quell'annata la federcalcio istituisce la Serie D e vi iscrive anche la Jesina. Dopo alcuni anni i marchigiani scendono nuovamente in Promozione. I leoncelli risalgono subito in IV serie e poi superano nella stagione 1964-1965 dopo un grande duello il Città di Castello tornando in C: qui rimangono per quattro anni per poi tornare in D e infine, nel 1975-1976, retrocedere in Promozione.
Nel 1945-1946 riprende le attività agonistiche con il nome di Società Sportiva Jesina e si piazza bene nel girone di 1ª Divisione Marche, potendo partecipare alla Serie C dell'anno successivo. Fino alla stagione 1959-1960 la squadra partecipa tra alti e bassi ai campionati di Serie C, IV Serie e Promozione Regionale; in quell'annata la federcalcio istituisce la Serie D e vi iscrive anche la Jesina. Dopo alcuni anni i marchigiani scendono nuovamente in Promozione. I leoncelli risalgono subito in IV serie e poi superano nella stagione 1964-1965 dopo un grande duello il Città di Castello tornando in C: qui rimangono per quattro anni per poi tornare in D e infine, nel 1975-1976, retrocedere in Promozione.
Gli anni d'oro
Sotto la presidenza di Leopoldo Latini arriva il momento migliore della società jesina. Nel 1978-1979
arriva la promozione dal campionato regionale al termine di una stagione memorabile: il torneo vide la
grande lotta tra i leoncelli ed il Montemarciano da molti indicato come favorito per la vittoria finale. Ma
la Jesina sbanca il campo dei rivali nella gara di andata di fronte ad un pubblico da record di circa 3.000
persone e poi nel girone di ritorno regola gli avversari in una partita giocata di fronte a 6.000 spettatori e
sotto ad un diluvio incessante. Alla resa dei conti le due vittorie negli scontri diretti saranno decisive per
ottenere la vittoria del torneo e la promozione. La stagione successiva in Serie D si chiude con un
posizionamento di metà classifica mentre nel 1980-1981, la squadra viene inserita nel girone C della
Serie D. In un girone che comprende anche la futura squadra di Serie A e partecipante alla Champions
League del ChievoVerona, è la Vigor Senigallia a vincere con 50 punti, davanti al Riccione ed ai
biancorossi che terminano appaiati a 47 lunghezze. Si rende così necessario uno spareggio per la
promozione in C2, che si disputa ad Arezzo davanti ad una massiccia presenza di 5000 tifosi leoncelli
che compiono un vero e proprio esodo spingendo la squadra al successo finale per 1-0. La squadra
torna in Serie C, che nel frattempo si era divisa in due categorie. La Jesina partecipa nel 1981-1982 al
campionato di Serie C2, arrivando settima con 34 punti. L'anno successivo la C1 sfugge per un punto: il
campionato viene vinto dal Francavilla al Mare, seconda è la Civitanovese, terzi i biancorossi, che
preparano in questo modo lo storico salto in Serie C1.
L'Associazione Sportiva Jesi 1984-1985.
La stagione 1983-1984 è quella della magnifica promozione in Serie C1. La squadra arriva prima con
45 punti battendo la concorrenza del Monopoli, del Teramo, del Giulianova e della Maceratese.
Bellissimo il teatro della promozione: la Jesina espugna Cattolica per 2-1 davanti a 6000 sostenitori. La
stagione seguente vede la società sfidare avversari come Livorno, SPAL, Ancona, Brescia, Vicenza,
Piacenza, Reggiana, Modena, Pistoiese, Rimini. Proprio con i romagnoli arriva il debutto nella nuova
terza serie, uno 0-0 esterno. La stagione vive di alti e bassi e vede tra l'altro il successo al Dorico per 1-
0 contro gli odiati anconetani. La squadra si comporta bene davanti ad un Comunale sempre gremito
da 5000 persone (con la promozione in C1 si rese necessario ampliare il Comunale dotandolo di una
curva di 1500 posti e ristrutturando le tribune) ed arriva a giocarsi la salvezza all'ultima giornata contro il
già promosso Brescia. I leoncelli sono obbligati a vincere, ma il portiere delle rondinelle in giornata di
grazia non permette alcuna marcatura nonostante il caloroso tifo e i commoventi tentativi della squadra.
La Jesina chiude con 30 punti a pari con la S.P.A.L., ma gli scontri diretti contro la squadra di Ferrara la
penalizzano (vittoria 1-0 a Jesi, sconfitta 3-0 a Ferrara), classificandola al quindicesimo posto che
significa immediata retrocessione in Serie C2.
L'anno dopo la squadra è forte abbastanza per tornare in C1 ma non va oltre il quarto posto dietro Teramo, Martina Franca e Maceratese. In Coppa Italia di Serie C la squadra giunge fino alla finale poi persa contro la Virescit Boccaleone (1-1 a Jesi, 3-2 dopo i tempi supplementari all'Atleti Azzurri d'Italia). Con questa stagione si chiude il ciclo Latini.
Nel 1987-1988 la squadra retrocede in Serie D ma viene ripescata; dopo 2 stagioni vissute a metà classifica nel 1990-1991 la C2 viene riformata con la decisione di portare la categoria da 4 a 3 gironi. La Jesina paga ciò con il quartultimo posto che in quella stagione non basta per ottenere la salvezza. La discesa di categoria diviene ufficiale dopo la sconfitta nello spareggio salvezza disputato a Chieti contro l'Altamura (1-1, 6-5 dopo i calci di rigore). Anche l'Altamura sarebbe poi retrocesso dopo il girone playout finale, a conferma della difficoltà di poter salvarsi in quella stagione. Alla retrocessione segue una crisi finanziaria, con il club che si autoretrocede in Eccellenza.
L'anno dopo la squadra è forte abbastanza per tornare in C1 ma non va oltre il quarto posto dietro Teramo, Martina Franca e Maceratese. In Coppa Italia di Serie C la squadra giunge fino alla finale poi persa contro la Virescit Boccaleone (1-1 a Jesi, 3-2 dopo i tempi supplementari all'Atleti Azzurri d'Italia). Con questa stagione si chiude il ciclo Latini.
Nel 1987-1988 la squadra retrocede in Serie D ma viene ripescata; dopo 2 stagioni vissute a metà classifica nel 1990-1991 la C2 viene riformata con la decisione di portare la categoria da 4 a 3 gironi. La Jesina paga ciò con il quartultimo posto che in quella stagione non basta per ottenere la salvezza. La discesa di categoria diviene ufficiale dopo la sconfitta nello spareggio salvezza disputato a Chieti contro l'Altamura (1-1, 6-5 dopo i calci di rigore). Anche l'Altamura sarebbe poi retrocesso dopo il girone playout finale, a conferma della difficoltà di poter salvarsi in quella stagione. Alla retrocessione segue una crisi finanziaria, con il club che si autoretrocede in Eccellenza.
Tra Serie D e Eccellenza
Dopo un paio di stagioni terminate nella parte alta della graduatoria, i leoncelli nell'annata 1993-1994
riescono a vincere il girone marchigiano d'Eccellenza, tornando così a calcare i campi interregionali
della Serie D. Vi partecipa fino ai primi anni del 2000 con campionati anonimi, esclusi quello del 1996-
1997: con in panchina il tecnico autoctono Ferretti la squadra trascinata in campo dal bomber Juvalò e
dai senatori Coltorti e Tridici sale al comando del campionato e sogna il ritorno nel professionismo. Le
prime battute del torneo sono dominate dalla Sambenedettese che arriva ad avere un vantaggio anche
di 13 lunghezze sui biancorossi autori di una partenza non entusiasmante, il cui simbolo è un pesante
5-0 subito dall'Astrea. Col passare delle giornate però la Jesina emerge dal gruppo degli inseguitori
insieme ai laziali e complice il vistoso calo della squadra rivierasca si sviluppa un duello a tre per la
vittoria del campionato. La vittoria sulla squadra della polizia penitenziaria per 1-0 porta i leoncelli per
la prima volta in stagione al comando della classifica, vetta che viene mantenuta fino alla cruciale
quintultima giornata di campionato quando dopo essersi trovata in vantaggio per 2-0 dopo pochi minuti
la squadra viene rimontata dalla Samb, che gela il Comunale in pieno recupero, mentre
contemporaneamente l'Astrea allenata dal dorico Andrea Agostinelli vince una partita incredibile per 4-
3 contro la Pontevecchio e sale al primo posto. È un colpo psicologicamente letale per i ragazzi di
Ferretti che la settimana successiva proprio contro gli umbri crollano e vedono terminare la striscia utile
di risultati, iniziata in seguito alla pesante sconfitta contro la nuova capolista, che durava da 20 partite. Il
sogno svanisce definitivamente alla penultima giornata con una inopinata sconfitta sul campo del
Guidonia, lasciando l'ambiente con l'amaro in bocca. Altra stagione degna di nota è quella del 2000-
2001 chiusa in settima posizione dopo un ottimo girone d'andata che vide i leoncelli battagliare per il
primo posto ancora una volta contro i rivali della Sambenedettese, società appena acquistata dalla
famiglia Gaucci che si avvierà al termine della stagione a vincere il girone. Inoltre nel corso dell'anno, a
dicembre, lo stadio Comunale viene intitolato alla memoria dell'ex sindaco e presidente della Jesina
Pacifico Carotti. Nel 2001-2002 la Jesina vive una stagione travagliata e si salva sul campo all'ultima
giornata sconfiggendo il Tolentino al Carotti. I festeggiamenti vengono però interrotti pochi giorni dopo
la conquista della salvezza da un illecito commesso dal Forlì ai danni della formazione cremisi che così
ottiene una vittoria a tavolino con la quale ottiene i punti necessari a scavalcare la Jesina che così si
ritrova retrocessa in Eccellenza, mentre paradossalmente il Forlì esecutore della retrocessione, verrà
ripescato addirittura in C2. Il ritorno in Eccellenza si chiude con un mesto piazzamento di metà
classifica e nella seconda stagione la squadra perde in semifinale dei playoff crollando ad Urbisaglia.
Nell'estate del 2004 rischia il fallimento ma la famiglia Bocchini salva la squadra dalla radiazione e
riesce a far continuare il calcio nella città. La stagione 2004-2005 viene dominata dalla Maceratese, la
Jesina può dunque solo sperare nei playoff dove però perde in finale regionale con la Vigor Senigallia
per 3-2. Nel 2005-2006 la vittoria del campionato sfuma per pochi punti a favore del Centobuchi,
mentre nei playoff arriva un boccone amaro in semifinale con la sconfitta contro la Cingolana che viola
il Carotti costringendo la Jesina ad una nuova stagione di calcio regionale.
L'era Polita
Dopo un anno transitorio, la stagione 2007-2008 si apre con un cambio radicale al vertice della società
dove diviene presidente l'ex sindaco Marco Polita, assistito da alcuni dirigenti che avevano contribuito
alla ripartenza della squadra negli anni '90. Polita avvia l'azionariato popolare e apre ad un progetto di
valorizzazione dei giovani di Jesi e della Vallesina. Dopo un avvio difficile i biancorossi, trascinati dalla
coppia gol Crispino-Borrelli, infilano una serie di vittorie consecutive che portano al secondo posto
finale. Ai play-off arriva una sconfitta contro la Cingolana che vince la finale regionale per 1-0, ma la
stagione viene comunque ricordata positivamente nonostante la sconfitta finale. Il 2008-2009 è in
chiaroscuro: la squadra va male in campionato dove chiude a metà classifica salvandosi a pochi turni
dalla fine ma vede però la formazione biancorossa vincere la Coppa Regionale d'Eccellenza
superando in finale il Piano San Lazzaro a Fermo per 1-0. La Jesina può così tornare dopo 7 anni a
giocare una gara ufficiale contro una squadra di una diversa regione, venendo però subito eliminata
nella fase nazionale della Coppa Italia Dilettanti dal Cesenatico. Nella stagione 2009-2010 la Jesina,
guidata in panchina da Gianluca Fenucci, già calciatore ed allenatore leoncello degli anni Novanta,
raggiunge per la quinta volta i playoff al termine di un campionato avvincente. Affronta l'Urbania in
semifinale, sconfiggendola; memorabile la gara d'andata con i biancorossi subito sotto dopo pochi
minuti ed in grado di recuperare sotto la pioggia battente per vincere 4-2; al ritorno invece i tifosi
leoncelli sono costretti a rimanere fuori dall'impianto durantino per imposizioni di sicurezza pubblica che
tuttavia non guasteranno la festa per il passaggio del turno. In finale riesce a superare il favorito Piano
San Lazzaro per 3-2 in una gara vietata ai deboli di cuore: avanti di 3 reti alla mezzora della ripresa, i
leoncelli subiscono 2 reti nel finale e sventano anche un rigore della formazione dorica. Al primo turno
nazionale l'avversario è la formazione umbra della Voluntas Spoleto, battuta dopo un 3-0 interno e un
1-1 in Umbria. La finale promozione vede la Jesina opposta al Kras Repen, e dopo due gare (0-3 in
Friuli Venezia Giulia e 3-2 nelle Marche) è la squadra di Monrupino a salire di categoria.
Nel corso dell'estate la Jesina viene ripescata nella massima serie dilettantistica. La squadra viene
inserita nel girone F insieme a squadre come Rimini, Teramo e Sambenedettese ed inizia il suo
cammino con una serie di vittorie che la portano in vetta alla classifica. Attorno alla metà della stagione
i leoncelli perdono la vetta, stazionando però stabilmente tra le prime 5 del girone. La maggior parte dei
punti che la squadra totalizza vengono conquistati in casa, dove cadono Teramo e Rimini, che al
momento delle gare si trovavano rispettivamente secondo e terzo, e dove finiscono a reti bianche le
gare con i futuri vincitori del Santarcangelo e con il Forlì che chiuderà quarto. Il quinto posto finale
consente la partecipazione ai play-off valevoli per un eventuale ripescaggio in Lega Pro, in cui i
biancorossi affrontano il Teramo in trasferta, ma gli abruzzesi pongono fine alla stagione dei leoncelli
vincendo per 1-0.
Nel 2011-2012 torna il derby con l'Ancona 27 anni dopo l'ultimo incontro. La stagione inizia con la sconfitta in Coppa Italia di Serie D proprio da parte dei cugini dorici, e alla fine del girone d'andata di campionato la Jesina si trova in zona retrocessione. Viene quindi esonerato l'allenatore Fenucci, con il quale la Jesina aveva conquistato la promozione in Serie D, a favore del tecnico Amaolo. Nel frattempo vengono apportati anche dei cambiamenti nella rosa, tra cui il ritorno di giocatori come Negro ed Invernizzi. La squadra riesce progressivamente a risollevarsi ottenendo la salvezza in anticipo, e un pareggio nella gara di ritorno nel derby interno con l'Ancona. Nella stagione successiva la Jesina svolge un campionato in cui non si trova mai né in zona retrocessione, né in quella promozione, e riesce ad ottenere 4 punti con i cugini dorici pareggiando il derby in trasferta e vincendo per 2-1 in casa, tornando quindi a vincere con l'Ancona dopo l'ultima ottenuta nel 1984.
Dalla stagione 2013-14 la società inizia a ridurre il budget a disposizione per formare la rosa, così nel corso degli anni sempre più spesso la squadra è formata da molti giovani e qualche elemento d'esperienza. Vengono ottenute delle tranquille salvezze anche quando, in seguito all'abolizione della Serie C2, la Serie D diventa il quarto livello del calcio italiano. Questo fino al 2017-18 quando i leoncelli terminano un campionato travagliato, sia per un periodo di confusione societaria, che di organico non all'altezza, in zona play-out. La sconfitta per 2-1 contro il San Nicolò condanna i biancorossi al ritorno in Eccellenza dopo 8 stagioni. Dopo la partita il gruppo dirigenziale annuncia la cessione delle proprie quote societarie chiudendo così un'epoca durata un decennio.
Nel 2011-2012 torna il derby con l'Ancona 27 anni dopo l'ultimo incontro. La stagione inizia con la sconfitta in Coppa Italia di Serie D proprio da parte dei cugini dorici, e alla fine del girone d'andata di campionato la Jesina si trova in zona retrocessione. Viene quindi esonerato l'allenatore Fenucci, con il quale la Jesina aveva conquistato la promozione in Serie D, a favore del tecnico Amaolo. Nel frattempo vengono apportati anche dei cambiamenti nella rosa, tra cui il ritorno di giocatori come Negro ed Invernizzi. La squadra riesce progressivamente a risollevarsi ottenendo la salvezza in anticipo, e un pareggio nella gara di ritorno nel derby interno con l'Ancona. Nella stagione successiva la Jesina svolge un campionato in cui non si trova mai né in zona retrocessione, né in quella promozione, e riesce ad ottenere 4 punti con i cugini dorici pareggiando il derby in trasferta e vincendo per 2-1 in casa, tornando quindi a vincere con l'Ancona dopo l'ultima ottenuta nel 1984.
Dalla stagione 2013-14 la società inizia a ridurre il budget a disposizione per formare la rosa, così nel corso degli anni sempre più spesso la squadra è formata da molti giovani e qualche elemento d'esperienza. Vengono ottenute delle tranquille salvezze anche quando, in seguito all'abolizione della Serie C2, la Serie D diventa il quarto livello del calcio italiano. Questo fino al 2017-18 quando i leoncelli terminano un campionato travagliato, sia per un periodo di confusione societaria, che di organico non all'altezza, in zona play-out. La sconfitta per 2-1 contro il San Nicolò condanna i biancorossi al ritorno in Eccellenza dopo 8 stagioni. Dopo la partita il gruppo dirigenziale annuncia la cessione delle proprie quote societarie chiudendo così un'epoca durata un decennio.
Dal 2018
La stagione 2018-19 si apre con il ripescaggio in Serie D, ufficializzato il 2 agosto. Tuttavia la squadra
inizia molto male il campionato e si ritrova in piena zona retrocessione a dicembre. Grazie a una buona
campagna di rafforzamento, il club riesce a risollevarsi in classifica e ottiene la salvezza con diverse
gare di anticipo sulla conclusione della stagione, riuscendo in parte a riportare entusiasmo tra i tifosi.
L'annata seguente è però traumatica: la società leoncella infatti affronta già in estate una crisi tecnica e dirigenziale che porta come inevitabile risultato quello della costruzione di una rosa non all'altezza della categoria. Le speranze di ottenere la salvezza, già ridotte al lumicino, vengono definitivamente affossate dalla decisione della LND di far retrocedere comunque le ultime classificate nonostante l'interruzione dei campionati per la pandemia da COVID-19.
L'annata seguente è però traumatica: la società leoncella infatti affronta già in estate una crisi tecnica e dirigenziale che porta come inevitabile risultato quello della costruzione di una rosa non all'altezza della categoria. Le speranze di ottenere la salvezza, già ridotte al lumicino, vengono definitivamente affossate dalla decisione della LND di far retrocedere comunque le ultime classificate nonostante l'interruzione dei campionati per la pandemia da COVID-19.